Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

E al centro di tutto sta il Sole

20 agosto 2011

Pubblicato su

«Quando il Signore mise gli Amorrei nelle mani degli Israeliti, Giosuè disse al Signore sotto gli occhi di Israele: “Sole, fermati in Gabaon e tu, luna, sulla valle di Aialon”. Si fermò il sole e la luna rimase immobile finché il popolo non si vendicò dei nemici» (Giosuè 10:12).

Quarantasette parole della Bibbia sono state la chiave di volta su cui, per quindici secoli, il sistema geocentrico ha costruito la propria supremazia assoluta in ambito scientifico. Ma la storia di questa dottrina astronomica comincia molto prima di quella della Chiesa di Roma, che pure è stata per essa una grande alleata.

Concepito dallo scienziato greco Ipparco di Nicea nel II secolo a.C., questo sistema astronomico prevede che la Terra si trovi al centro dell’universo, mentre il Sole e la Luna ruotano attorno ad essa. Una concezione ripresa e diffusa in tutto il mondo dell’epoca dall’astronomo Cláudios Ptolemâios, meglio noto come Tolomeo, vissuto quasi trecento anni dopo Ipparco, nel II secolo d.C.

Nel suo Trattato matematico, conosciuto con il nome di Almagesto (che significa il grandissimo) per via della traduzione araba, Tolomeo raccolse tutto il sapere greco in materia astronomica, dando nuova linfa alla teoria che avrebbe spiegato la volta celeste ad innumerevoli generazioni successive.

Il sistema tolemaico rimase ben saldo alla base di tutte le teorie astronomiche dell’epoca anche perché sostenuto ufficialmente dalla Chiesa cristiana, sulla base dei versi della Bibbia citati e delle evidenze matematiche che accompagnavano il sistema dello scienziato greco.

Ma qualcosa cambiò nel XVI secolo, con le teorie dell’astronomo polacco Mikołaj Kopernik. Anche le sue ipotesi affondavano le radici nel sapere dell’antica Grecia: Copernico infatti rielaborò le teorie di Aristarco di Samo (IV-III secolo a.C.), addirittura antecedenti a quelle di Ipparco.

Giudicato da Cicerone il più grande astronomo dell’antichità, Aristarco aveva formulato una teoria secondo la quale era il Sole ad essere fermo al centro dell’universo, mentre la Terra ruotava intorno ad esso. Con la Rivoluzione dei corpi celesti (1543) Copernico approfondì quest’idea fino a creare un sistema che avrebbe cambiato per sempre l’astronomia e non solo, impressionando profondamente scienziati come Galileo Galilei, Johannes Kepler e Isaac Newton.

Tolta la Terra, e dunque l’uomo, dal centro dell’universo, la scienza non poté fare a meno di scontrarsi frontalmente con la Chiesa di Roma. Momento culminante del conflitto fu il 1600, ribattezzato secolo delle scoperte per il gran numero di progressi registrati in ogni campo del sapere grazie anche all’affermazione del metodo scientifico introdotto da Galileo.

Fu con uno strumento da lui stesso inventato, il telescopio, che l’astronomo pisano per primo dimostrò con l’osservazione empirica le teorie di Copernico: queste scoperte gli costarono un processo per eresia da parte del Sant’Uffizio, che lo costrinse ad abiurare tutte le sue idee.

Una conclusione amara per la vita di Galileo, che non poté comunque fermare l’avanzata inarrestabile della teoria eliocentrica. «E pur si muove!» si narra abbia detto l’astronomo uscendo dal tribunale che lo aveva appena condannato. La Terra si muove ancora, e come avrebbe aggiunto Copernico «al centro di tutto sta il Sole».

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