Voci nell'ombra: omaggio a Lorenzo Bartoli
«Raccontare è combattere, è resistere. È cercare qualcuno che abbia voglia di fare un pezzetto di strada insieme a noi». La battaglia di Lorenzo Bartoli è finita domenica 5 ottobre 2014, a soli 48 anni, in modo inaspettato anche per chi sapeva della sua malattia. Eppure in tanti hanno fatto un pezzo di strada insieme a lui, e in tanti hanno appreso con sorpresa e tristezza la notizia della sua scomparsa.
Il mio pezzo di strada insieme a Lorenzo Bartoli ha coordinate ben precise: si chiama John Doe, serie che lo sceneggiatore romano ha creato nel 2003 insieme all’amico e collega Roberto Recchioni. Alla sua penna e alla sua fantasia dobbiamo probabilmente la parte più umana e sensibile del golden boy, oltre che alcune delle storie più belle della serie.
Ma Lorenzo Bartoli non è solo John Doe: dopo l’esordio come sceneggiatore a fine anni ’80 sulla rivista L’Eternauta (Comic Art), nel 1993 crea insieme al disegnatore Andrea Domestici la serie fantascientifica Arthur King (Cierre, poi Macchia Nera), mentre negli Stati Uniti pubblica Dolls (1996) e Morrigan (1998), entrambi editi da Sirius.
La collaborazione con Eura, cominciata nel 1992, è fonte di almeno due preziosi sodalizi artistici all’inizio degli anni duemila: insieme al disegnatore Massimo Carnevale, Bartoli realizza tra l’altro Il Dono di Eric, premiato nel 2001 a Lucca Comics come Miglior volume a fumetti d’autore italiano. Con Roberto Recchioni, oltre al già citato John Doe, lo sceneggiatore romano crea invece nel 2005 Detective Dante, miniserie di 24 numeri in tre stagioni di 8 episodi ciascuna, intitolate non a caso Inferno, Purgatorio e Paradiso.
Il 2005 è anche l’anno delle prime sceneggiature di Lorenzo Bartoli per Sergio Bonelli. Cominciata su Martin Mystère, la collaborazione con la casa editrice prosegue sulle pagine di Dylan Dog e poi di Zagor: proprio allo Spirito con la Scure, si legge sul sito di Bonelli, sarà dedicato uno speciale di prossima pubblicazione recentemente completato dal fumettista romano.
Divenuto direttore di Eura Editoriale nel 2011 (dopo aver guidato in precedenza le riviste L’Eternauta e Tiramolla), nello stesso anno lancia la serie a colori Alice Dark di nuovo in tandem con Domestici, ispirandosi al personaggio di Lewis Carrol aggiornato in chiave gotica e tecnologica. Accanto alla sua attività di fumettista, Bartoli ha scritto romanzi, racconti, film e serie tv.
In questa moltitudine di storie, anche molto diverse tra loro, è possibile individuare le ragioni profonde dell’attività narrativa di Lorenzo Bartoli: raccontare, per lo sceneggiatore romano, è un’operazione necessaria non solo per «combattere e resistere», ma anche per trovare qualcuno con cui condividere un pezzo di strada.
È proprio con queste considerazioni che Bartoli presentava il volume Voci nell’ombra, pubblicato nel marzo scorso da Tunué all’interno della collana Le Ali. Il libro raccoglie undici racconti – pezzi eterogenei di un puzzle curiosamente coerente – tutti illustrati da Giorgio Pontrelli e pubblicati originariamente sulle riviste Skorpio e Lanciostory (Eura) a partire dal 2004.
«Nella mia carriera ho scritto fumetti di genere, alcuni famosi altri meno, per lavoro. In questo libro c’è la mia ispirazione più diretta e più semplice». Così Bartoli presentava, in un’intervista a Fumettologica, il suo ultimo volume. Rivelando tutto il suo interesse per i «destini unici ma microscopici», per le «piccole storie» e «l’epica delle briciole».
Le storie di Voci nell’ombra hanno infatti per protagonista la vita, o meglio le vite di personaggi sconosciuti e spesso senza nome, a volte nel momento più importante della loro esistenza, altre volte in una giornata come tante. Personaggi sempre diversi e nuovi, perché protagonisti di “storie libere”, non serializzate né serializzabili in quanto nate dalla filosofia portata avanti da Skorpio e Lanciostory di proporre storie brevi, autoconclusive e con interpreti sempre inediti.
«Mi trovo davanti ogni mese la necessità di dover trovare tre tematiche diverse, tre generi diversi, personaggi sempre diversi… ed è un esercizio molto interessante» spiegava Bartoli nella stessa intervista, offrendo una testimonianza diretta della massima di Jean Van Hamme secondo cui, per uno sceneggiatore, «l’adrenalina [dettata dalle scadenze] è essenziale per l’immaginazione».
Questa passione per le piccole storie, combinata alla capacità di inventarne sempre di nuove, è evidente anche leggendo l’ultimo racconto pubblicato da Bartoli sul suo blog, dove si ritrova un altro grande protagonista delle brevi storie a fumetti raccolte in Voci nell’ombra: l’amore.
L’amore fisico e brutale come quello tra una prostituta e i suoi clienti, oppure folgorante e inaspettato come quello trovato in una persona appena conosciuta. Amore come sacrificio estremo, scambio opportunistico, incontro fugace o scelta per la vita, come semplicità e dolcezza, consolazione quotidiana o stimolo a compiere imprese straordinarie.
Non è facile riassumere la vita e l’amore in un racconto di poche pagine. Eppure Lorenzo Bartoli fa proprio questo, raccontando «esili vite da rivestire e storie minime da ripagare», come canta Francesco Guccini. Perché «il vero campo da gioco è la ricerca di un’unicità microscopica», e sono proprio le piccole vite che «diventano grandi quando qualcuno si dà la pena di provare a raccontarle».
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