Mafalda, i 50 anni della bambina terribile
Il 2014 è ormai finito, ma c’è ancora tempo per festeggiare un compleanno importante: il 50° di Mafalda, la bambina terribile di Quino che mezzo secolo fa muoveva i suoi primi passi nel mondo dei fumetti.
La data dell’esordio è il 29 settembre 1964, quando Mafalda compare sul settimanale di Buenos Aires Primera Plana dopo essere stata creata per tutt’altro motivo: lanciare la campagna pubblicitaria degli elettrodomestici Mansfield in Argentina.
Questo atto di ribellione a un destino da testimonial commerciale sembra delineare il carattere e gli ideali di Mafalda ancor prima della pubblicazione: la bambina creata da Quino, infatti, diventerà presto celebre in tutto il mondo per essere una contestatrice nel senso più autentico del termine, come può esserlo solo una bambina di 6 anni nei confronti di una società che giudica sbagliata, a cominciare dai suoi genitori.
Sono proprio loro i primi a subire le critiche più dirette e feroci da parte di Mafalda, che le valgono il soprannome di “bambina terribile”. Attenzione però, perché le intenzioni della protagonista sono tutt’altro che malevole: Mafalda si limita “soltanto” a dire la verità, a far notare agli adulti le loro contraddizioni con l’ingenuità di una bambina, a porre domande sul mondo troppo grandi perché suo padre e sua madre possano darle una risposta compiuta.
La forza della striscia creata da Quino sta proprio qui, nel far capire ai lettori quanto è importante riflettere sulle proprie azioni, vivere consapevolmente ed essere quindi in grado non solo di dare risposte, ma di fare a sé stessi domande non banali. Gli adulti, sembra dire l’autore, sono spesso talmente superficiali o ipocriti che i loro percorsi di senso possono essere smontati con estrema facilità dalla sincerità di un bambino.
Al contrario, i bambini che popolano la striscia dimostrano di avere le idee molto chiare, sanno ciò che vogliono e devono solo capire come ottenerlo. Se Mafalda aspira a una società più giusto, Manolito è nato per il commercio, e ogni sua riflessione è un inno al libero mercato. Se il mondo preferito da Felipe è quello della fantasia, Susanita non pensa ad altro che a diventare madre, come la più conformista tra le donne della sua epoca.
Ogni personaggio della striscia, a ben vedere, è una sorta di archetipo sociale, che rispecchia un approccio diverso alla vita e al mondo. Nelle vignette di Quino tutto è politica o può diventarlo, con esiti a volte divertenti altre malinconici, ma sempre profondi e mai scontati.
Chi descrive Mafalda come «una bambina di 6 anni che odia la minestra» riduce drasticamente il senso del personaggio e della striscia di cui è protagonista. Certo, come molti bambini Mafalda odia la minestra – e manifesta il suo disprezzo con invidiabile acume – ma non è semplicemente una bambina capricciosa: al contrario, nella maggior parte dei casi le sue proteste sono rivolte a un mondo che, a guardarlo con un po’ dell’obiettività che spesso gli adulti sembrano aver perso, gira davvero al contrario di come dovrebbe.
Da questo punto di vista, Mafalda è paragonabile al Charlie Brown di Charles M. Schulz, anche lui protagonista di una striscia dove i bambini non sono che una lente per guardare con occhi nuovi il mondo degli adulti. Se Peanuts regala una visuale straordinaria sulle relazioni sociali e sulla psicologia individuale, addentrandosi nelle profondità dell’animo umano, Mafalda ha come orizzonte uno spettro sociale più ampio, dalla politica alla convivenza civile nel suo insieme.
Proseguendo con i paragoni illustri, si potrebbe dire che Mafalda sta all’Argentina come Doonesbury di Garry Trudeau agli Stati Uniti: entrambe le strisce hanno come habitat naturale l’attualità, ma se la prima fa della passione e della spontaneità la propria cifra stilistica, la forza della seconda è proprio quell’ironico e dissacrante distacco che le ha permesso di affermarsi come principale commento a fumetti della politica americana.
Il parallelo potrebbe andare oltre considerando l’influenza sull’opinione pubblica dei rispettivi Paesi, come dimostrano queste due celebri affermazioni di Henry Kissinger: «C’è solo una cosa peggiore che essere presi in giro su Doonesbury: non esserlo» e Julio Cortázar: «Non ha importanza ciò che io penso di Mafalda. L’importante è ciò che Mafalda pensa di me».
La fortuna di Mafalda, in ogni caso, è andata ben oltre il suo Paese d’origine, come dimostrano le copie vendute in tutto il mondo (oltre 50 milioni), la traduzione in 20 lingue, le mostre e gli innumerevoli eventi organizzati in occasione di ogni ricorrenza legata all’autore o al suo personaggio.
Per i 50 anni di Mafalda, l’editore italiano Magazzini Salani ha pubblicato un’edizione speciale del volume che raccoglie tutte le strisce della bambina terribile, accompagnate da un vasto apparato di note, informazioni biografiche su Quino e curiosità, come le prime 8 strisce di Mafalda (realizzate prima dell’esordio ma pubblicate in seguito) e le 10 preferite dall’autore. Il volume abbraccia tutta la storia editoriale del personaggio, dall’esordio su Primera Plana (1964-1965) al periodo su Siete días (1968-1973), passando per la parentesi sul quotidiano El Mundo.
Dieci anni sono un periodo di tempo di vita piuttosto breve per un fumetto celebre come Mafalda: eppure, tanto è bastato alla bambina terribile e al suo autore – che non è più tornato sui suoi passi dopo l’ultima striscia del 25 giugno 1973 – per guadagnarsi la fama mondiale e l’affetto di migliaia di lettori. Un affetto che non accenna a diminuire nonostante il tempo che passa, dovuto almeno in parte proprio alla scelta di lavorare alla striscia per un periodo limitato mantenendo alto il livello qualitativo.
Augurando a Mafalda buon compleanno e a tutti voi buone feste, Parlando con le nuvole dà appuntamento al 2015 con una piccola novità. Da gennaio cambia infatti il giorno di pubblicazione: la rubrica uscirà sempre la seconda settimana del mese, ma il giovedì invece del venerdì. Un modo per dare spazio alle nuove rubriche di Discorsivo continuando a seguire da vicino il mondo del fumetto. Ci vediamo nel futuro!
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