Luca Rasponi

Giornalista e addetto stampa, scrivo per lavoro e per passione.

Addio a Moebius

16 marzo 2012

Pubblicato su

Era malato da tempo, aveva un tumore: avremmo dovuto essere preparati. Ma non si è mai pronti per notizie del genere: Moebius se n’è andato il 10 marzo. Il fumetto franco-belga perde il suo più grande disegnatore, uno dei massimi della scena mondiale di tutti i tempi. Mi perdonerà chi aspettava la seconda puntata dedicata alla donne a fumetti: l’appuntamento è solo rinviato alla prossima settimana. Oggi mi sembrava giusto fermarsi a ricordare un genio.

Jean Giraud era nato a Nogent-sur-Marne l’8 maggio del 1938. Come ha raccontato Luca Raffaelli su Repubblica, fin dai primi anni della sua vita emerge chiara la sua vocazione per il disegno. Dopo gli studi in arti applicate, pubblica le sue prime illustrazioni in campo pubbliciatario, per la moda e su alcune riviste francesi. Già è nota la sua passione per le vignette, che comunque si manifesta compiutamente nel 1956: Frank et Jérémie è la sua prima storia a fumetti. Il grande salto arriva dopo l’incontro con Jijé (Joseph Gillain) durante un soggiorno in Messico: nel 1960 Moebius disegna la sua prima storia western a fumetti, per la serie Jerry Spring. Il successo arriva tre anni dopo con Blueberry, tenente nordista creato insieme allo sceneggiatore Michel Charlier sulle pagine del settimanale Pilote.

Il dinamismo delle tavole e la perfezione tecnica del segno fanno innamorare i lettori, che portano a Moebius dieci anni di successi. Ma nel 1974 il disegnatore cerca nuovi spazi in cui esprimere la carica innovativa della sua arte: assieme al gruppo Les Humanoïdes Associés fonda la rivista Métal Hurlant, che cambia per sempre il fumetto dando il via alla sua maturazione definitiva.

Nelle parole dello stesso artista, «Métal Hurlant è una rivista dal carattere quasi di pamphlet, ma che non è specialmente o direttamente connessa alla politica o al sociale. Piuttosto, ha segnato l’emergere di una nuova scuola di pensiero e, in definitiva, di un nuovo modo d’essere, per lo meno in Francia, collegato all’affermazione del mondo universitario in ambito culturale, di un gruppo di giovani attivi in campo culturale».

Con il suo lavoro su Métal Hurlant, Moebius si propone di decostruire il fumetto tradizionalmente inteso, privandolo della sua classica struttura narrativa basata sulla sceneggiatura, così da lasciar libere le illustazioni di esprimere tutto il proprio potenziale immaginifico. Moebius crea mondi. Eppure in molti casi sono mondi senza una logica apparente, o quantomeno governati da un andamento non lineare. Massima espressione di questa fase è probabilmente Il garage ermetico, da molti considerato il capolavoro dell’artista.

Ma è con Arzach che l’immagine prende completamente il sopravvento. Il fumetto è muto e l’unica parola parola che vi compare, il nome del protagonista, cambia occasionalmente grafia diventando Arzak o Harzak, come annichilita dalla potenza delle illustrazioni. Con questo fumetto, infatti, Moebius raggiunge vette altissime di espressività: il racconto per immagini delle avventure di Arzach è un sogno fantasy, un medioevo futuro dai toni onirici, eppure comunica un’intimità profonda che, spiega l’autore, prova ad «esprimere il livello della coscienza più profonda, al margine dell’incoscienza».

Che accade, invece, quando la creatività di Moebius incontra quella di un maestro della sceneggiatura? Succede che la fase di ostilità nei confronti della parola è superata, ma il ritorno alla struttura tradizionale del fumetto non significa affatto normalità. Sul finire degli anni ’70 Moebius incontra l’eclettico artista cileno Alejandro Jodorowsky, che ha in mente di portare al cinema il romanzo di fantascienza Dune di Frank Herbert. Il progetto non va in porto (ci riuscirà nel 1984 il grande David Lynch, anche se con risultati non troppo lusinghieri) ma la collaborazione tra i due prosegue, fino alla pubblicazione de L’Incal nel 1981.

La saga fumettistica in sei episodi (l’ultimo è del 1988) ha toni onirici e fantascientifici, ma tutt’altro che epici: il protagonista, John Difool, è la classica persona sbagliata nel posto giusto, coinvolto suo malgrado in una questione più grande di lui che tuttavia, prima dell’epilogo, lo costringerà a dare il meglio di sé.

Quello con Jodorowsky non è l’unico sodalizio illustre della carriera di Moebius. L’artista, infatti, nel 1975 incrocia il suo percorso con lo sceneggiatore cinematografico Dan O’Bannon, con il quale firma The long tomorrow, le cui atmosfere cyberpunk avrebbero ispirato la metropoli di Blade runner a Ridley Scott (regista per il quale lo stesso O’Bannon scriverà quattro anni dopo la sceneggiatura di Alien). Il contatto con il mondo di Métal Hurlant colpisce al cuore O’Bannon, che nel 1981 è tra gli sceneggiaturi del film Heavy Metal, omaggio made in Usa alla rivista francese.

La conquista dell’America è completa nel 1988, quando Moebius disegna Parabola, avventura scritta niente meno che da Stan Lee con protagonista Silver Surfer, probabilmente il supereroe a stelle e strisce più adatto alla sensibilità dell’artista francese. Il risultato è brillante: uno tra i più atipici personaggi del pantheon Marvel sembra trovare una nuova dimensione tra le tavole di Moebius, che si dimostra una volta di più a suo agio nel raffigurare esseri alieni e spazi infiniti.

Questo è Moebius. Non tutto, ma ciò che ha affascinato un lettore appassionato delle sue opere come me, incalzato dal ritmo tambureggiante dell’Incal e stregato dalle tavole di Arzach. Ma la mia voce è nulla in confronto a quella di Gipi, fumettista italiano contemporaneo che su Repubblica ha ricordato con un articolo il grande disegnatore francese. Vi lascio al suo omaggio, sentito e sincero, cui voglio aggiungere solo un saluto commosso: addio Moebius, e grazie!

Tag: , , , , , , , , , , , , , ,

Commenti

Un commento per Addio a Moebius

  1. Enrico "Cole" Mambelli scrive:

    uno dei più grandi, se non il più grande maestro dell’illustrazione a fumetto, una grossa perdita, un sognatore che faceva sognare.

  2. Luca Rasponi scrive:

    Sottoscrivo ogni singola parola del tuo commento, anche gli spazi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *